INTERVISTE...D'AUTORE

Curiosità, momenti di vita, pensieri ed attività degli autori ospiti nella Bibliomediateca di Bella e nelle scuole della rete

a cura di Mario Coviello - Dirigente dell'I.C. di Bella


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Incontro con la scrittrice ANGELA NANETTI

“Sono andato a prendere Angela Nanetti scrittrice per l’infanzia molto conosciuta in Italia e all’estero, alla stazione ferroviaria di Rionero con Mario Priore, il responsabile della bibliomediateca. Viene a Bella, Filiano,Rionero,San fele e Rionero per la terza edizione del  Torneo di lettura che 11 scuole in rete delle province di potenza e Matera portano avanti per promuovere la lettura di qualità.Siamo arrivati in anticipo, con un cielo grigio e una pioggia battente.

Una stazione sporca, gli uffici sbarrati da cancellate di ferro, solo qualche passeggero infreddolito, ci hanno spinto all’interno del bar.

Chiasso, andirivieni e una cassata siciliana in due, non ci ha fatto sentire l’unica carrozza che veniva da Foggia. Uno squillo del cellulare ci avverte che Angela Nanetti, l’autrice di “Mistral” e di “ Mio nonno era un ciliegio” era arrivata,

Da più di un mese leggo e annoto i suoi libri , ho nella mente l’unica sua foto che circola su internet,ho studiato il suo sito, e imbarazzato, corro fuori per accoglierla.

E’ lì, all’ingresso, minuta, sotto un ombrellino blu e ti prende subito per i grandi occhi di un azzurro intenso e una cascata di lunghi capelli biondi.

E’ avvolta con grazia in una scialle di lana viola che fa uno strano contrasto con una giacca di pelle e un paio di stivali.

Solo in macchina le presentazioni di rito e poi il viaggio nella nebbia tra le montagne del Vulture e i boschi di San Fele  e Bella.

E’ già stata in Basilicata due volte. Ricorda   Metaponto e  il centro storico di Pisticci.Conosce il pane di Matera perché ha incontrato, nell’ospedale di Pescara, dove vive, una bambina affetta da leucemia che  ha sconfitto il male ed è  diventata  madre.

E’ la prima volta che viene tra le nostre montagne e ci racconta che amerebbe passeggiare tra  i  boschi per respirare gli alberi, cercare funghi, cogliere primule, bere acqua di fonte.

Racconta che da grande camminatrice, ricorda con piacere una giornata sulle montagne delle Dolomiti  con un gruppo di persone per parlare di narrazione come conoscenza di sé.  Vive a Pescara quando non è in giro per l’Italia e l’Europa, per presentare i suoi libri. Viene  da Londra nella quale è stata tutto il mese di  gennaio. Londra è  una città che “amo molto perché ha sempre luoghi da scoprire”.

 Si alza abbastanza presto al mattino e ascolta  radiotre che le fa compagnia,con la rubrica che commenta i quotidiani.

Non ama invece la televisione che non guarda perché “è orribile. Quando seguo qualche programma fino alla fine rafforzo la mia convinzione che sia dannosa. Abbiamo cercato con mio marito, di farne vedere poca, di regolarne l’uso, con i nostri figli. La sera amo leggere. Porto con me molti libri, la mia  valigia è sempre pesante.”

 Viene per la terza volta da Zafferana Etnea alle falde dell’Etna e ci racconta che è stata lì solo tre giorni  e non i sei previsti  anche per sfuggire all’affettuosa insistenza di chi  le offre  salumi, formaggi, dolci ai quali con fatica, e non sempre, riesce a sottrarsi.

Ci chiede come è nata la nostra bibliomediateca e raccontiamo del nostro amore per la lettura di qualità, delle dieci edizioni della Mostra del libro, della quattro edizioni del  Premio Nazionale di Letteratura per i ragazzi “ Città di Bella”,delle tre edizioni del Torneo di Lettura e delle dieci scuole in rete. Arrivati a  Bella visita la nostra bibliomediateca, la trova accogliente, e ci chiede se abbiamo una sezione per i giovani e gli adulti e dove vanno a leggere i nostri alunni dopo la  terza media. Raccontiamo che è  ci è stato possibile curare solo  la fascia  da 0-14 anni e ci invita ad impegnarci per  i giovani lettori ai quali si dedica con le sue ultime produzioni.

Durante la cena  parliamo dell’Italia  di oggi in grave crisi e si dice convinta che è un’Italia che resiste anche  grazie al lavoro instancabile, meraviglioso che fanno nelle scuole insegnanti e dirigenti illuminati. Ci racconta di un liceo classico di Catanzaro che ha la fortuna di avere un preside che “sicuramente dorme a scuola” e che organizza da dieci anni una settimana di riflessione sulla letteratura con docenti universitari, editori, “una scuola con docenti e alunni preparati con i quali ho discusso del mio libro “L’amor segreto” che è stato ripubblicato da Motta Junior, ora Giunti, la mia  nuova casa editrice da quattro anni. Sono tornata tre volte, come ho detto prima, a Zafferana Etnea, dove il circolo didattico  organizza da dieci anni  giornate con autori e dove ho sempre trovato insegnanti che amano leggere ai loro alunni e fanno un lavoro di qualità. Ripeto, sono convinta che l’Italia resiste a questa caduta rovinosa perché ha la fortuna di avere una scuola pubblica di qualità,e questa scuola, dal mio osservatorio, si trova sia al sud che al nord. Purtroppo il lavoro di qualità nelle scuole lo si conosce poco e male, anche perché non si riesce a fare rete per diffondere e migliorare esperienze significative. Gli insegnanti non conoscono la letteratura per l’infanzia e l’adolescenza perché i docenti universitari di letteratura per l’infanzia quasi mai formano gli insegnanti , come, ad esempio ha fatto Antonio Faeti, come fa la Lombello a Padova, La Blezza Picherle a Verona”.

Le chiedo della sua esperienza come insegnante. “ Ho insegnato per venti anni. Dieci nella scuola media e dieci  negli istitutitecnici e ho lasciato la scuola senza rimpianti perché  non mi sentivo soddisfatta del mio lavoro.  Incontro ancora oggi miei studenti che mi dicono che avermi avuta come insegnante  è stato importante, significativo e se ne ricordano ancora. Sentivo di non essere capace ad aiutare “gli ultimi” e contemporaneamente a  valorizzare i più dotati . Ero un’insegnante esigente che correggeva una prima volta i compiti e “costringeva” i suoi alunni a ricopiarli, con le correzioni che avevo portato nell’altra metà del foglio. Pretendevo che fossero in grado di “ragionare” sul testo di storia, che conquistassero autonomia di giudizio. Ho sempre amato la storia, in particolare quella medievale. La redazione dell’antologia per la scuola media “ Messaggi in bottiglia”, un’esperienza che non ho ripetuto perché noiosa, mi ha portato ad incontrare Raffaele Laporta , con il quale ho lavorato per alcuni mesi, insieme ad un gruppo di ricercatori dell’Università di Roma alla costruzione di un testo di storia per le scuole superiori. Volevo raccontare, in forma piana e avvincente, personaggi, vicende significative, da approfondire  con studi presenti sempre nello stesso testo. Ero convinta che  dopo aver conquistato i giovani lettori con storie avvincenti fosse possibile avvicinarli all’approfondimento di epoche e contesti. Gli studenti  fanno fatica e quasi mai riescono a comprendere e a ritenere i testi scolastici, perché o sono  scritti con un linguaggio troppo difficile, o sono sciatti e superficiali.

 Ho lasciato la scuola senza rimpianti perché volevo scrivere, amo la scrittura che è diventata la mia vita.”

 

Bella, 18  aprile 2010.